L'educazione per l’infanzia mira, riassumendone in poche parole i caratteri generali, a far sì che il bimbo, un essere in divenire, sviluppi le proprie potenzialità sapendo vivere nel rispetto dell’altro.
La musica svolge un ruolo prezioso nello sviluppo cognitivo di un bambino! Studi scientifici hanno dimostrato che i soggetti che studiano musica possiedono un cervello più sviluppato ed una capacità analitica superiore rispetto a chi non ha mai affrontato la disciplina musicale.
Il corso “L’asilo nelle note”, che da anni si insegna con successo presso le aule di “Musicando”, si rivolge alla fascia d’età che va dai 3 ai 6 anni, rispettando quella speciale fase di apprendimento.
Esso mira allo sviluppo dell’orecchio, che a quest’età ha la massima duttilità e la possibilità di intervento, opportunità che non si ripresenterà più in tutto il corso della vita! E’ facile pensare quindi, che nei soggetti già naturalmente predisposti gli anni della prescolarità si connotano di una preziosità unica.
Tuttavia, l’intento principale della filosofia didattica di “Musicando” non è quello della ricerca del “nuovo Mozart”, ma quello di far vivere l’esperienza musicale nel modo più formativo possibile.
Durante un’ora di lezione le attività sono molteplici, in quanto l’attenzione di un bambino piccolo non supera i tre minuti di concentrazione. Esse ruotano intorno agli elementi musicali principali: melodia, ritmo, armonia, notazione.
Ognuno di essi viene trasmetto attraverso l’unico mezzo efficace di comunicazione per i bimbi: il gioco.
L’attività musicale viene presentata attraverso un’immagine, un pretesto fiabesco o un personaggio immaginario, al quale i bambini si interessano e si appassionano, svolgendo il “compito” senza mai considerarlo tale, ma interpretandolo come attività ludica.
Ogni lezione di musica, di un’ora settimanale e collettiva (non supera però il numero di tre elementi), mira ad un obiettivo che va a segnare una tappa nel percorso musicale dei piccoli. La lezione collettiva svolge inoltre un ruolo fondamentale nell'educazione, nella condivisione con il compagno degli spazi, dei giochi, dei tempi.
Si finalizzano al raggiungimento dell’obiettivo musicale il canto con le parole, il gioco ritmico, il canto con le note, lo studio di uno strumento a tastiera ed infine la notazione.
Dopo pochi mesi di lezioni, generalmente, bimbi di tre anni sono in grado di suonare piccole melodie su delle basi musicali, seguendo uno spartito! Anche lo studio della notazione non è mai tediosa: ogni nota si trasforma in un personaggio che occupa il suo personale spazio all’interno della sua casa (il pentagramma) e che ha una funzione indispensabile nella sua piccola comunità di note.
Oltretutto, un ruolo importante svolge la matematica nascosta nelle varie discipline, dalla durata delle note al calcolo dell’ordine dei tasti o delle dita.
Se riflettiamo su questi risultati non possiamo che apprezzare il piacere costruttivo dello studio della musica, l’unica attività che mette in gioco entrambi gli emisferi cerebrali, in quanto, durante un’esecuzione di un brano il cervello deve compiere una serie di attività contemporaneamente in tempi brevissimi: codificare la nota, individuare il tasto giusto, associarla al dito indicato, riconoscere la sua durata, suonarla a tempo, e più avanti con gli studi, suonarla con la giusta pressione, che varierà per creare le differenti dinamiche (il piano ed il forte).
Considerata tale complessa attività non si può non comprendere come mai chi svolge il corso pre-scolare, nel momento in cui va a scuola, difficilmente incontra difficoltà di apprendimento, inoltre avrà predisposto, nella sua formazione personale, uno spazio per la sensibilità musicale ed artistica!
